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Le ultime novità sul nostro ambulatorio e più in generale in ambito medico-scientifico.
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10/05/2023 news
In Italia l’ictus è la seconda causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore, è responsabile del 9/10% di tutti i decessi e rappresenta la prima causa di invalidità.
La migliore prevenzione nei confronti dell’ictus è agire sullo stile di vita, seguendo delle semplici regole:
🔹Controllare il peso corporeo
🔹Limitare il consumo di alcolici
🔹Correggere l’alimentazione riducendo il consumo di grassi e aumentando il
consumo di pesce, frutta, verdura, cereali integrali e legumi.
🔹Controllare la pressione arteriosa
🔹Controllare la glicemia
🔹Attenzione alla fibrillazione atriale
Per una prevenzione consapevole aderisci al pacchetto promozionale di Polimedica che comprende:
• esame del sangue (glicemia, colesterolo totale, colesterolo HDL, Trigliceridi)
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10/05/2023 news

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18/01/2023 news

 

Febbre, tosse, dolori muscolari, brividi, stanchezza, mal di gola e in alcuni casi anche nausea, vomito e diarrea specie nei bambini. Questi sintomi possono presentarsi sia in caso di influenza che di Covid-19.

Ma come possiamo distinguere con assoluta certezza l’una dall’altra??

L’unico modo per avere una diagnosi affidabile è sottoporsi al test, per valutare, con un unico tampone, se siamo di fronte ad una infezione al Sars Covid o infuenza.


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17/11/2022 news

Lo sapevi che l’osteoporosi interessa maggiormente le donne over 50, a causa di un apparato scheletrico meno robusto rispetto a quello maschile e alla perdita accelerata di minerale dopo la
menopausa?

Per conoscere il nuovo servizio di densitometria ossea e dell’ambulatorio di malattie osteometaboliche clicca qui 

Prenota la tua Densitometria ossea chiamando il numero 049 9384070 o invia una mail a info@polimedicaonline.it


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27/10/2022 news

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I nei possono essere presenti nel nostro corpo fin dalla nascita o comparire in ogni momento della nostra vita. Ruvidi o lisci, con forme irregolari o tondeggianti, possono talvolta modificarsi nel corso degli anni o degenerare trasformandosi in melanomi ovvero in tumori della pelle.
Nonostante sia il tumore meno diffuso è comunque il più pericoloso perché può crescere velocemente ed invadere anche i tessuti circostanti.

La mappatura nei è uno screening salvavita fondamentale, poiché i melanomi sono patologie molto aggressive che colpiscono sempre più frequentemente anche i giovani. E’ una sorta di “fotografia”di tutti i nei presenti sul corpo grazie alla quale il dermatologo può capire se nel tempo cambiano aspetto e diventano pericolosi, in modo da asportarli e prevenire quindi la loro degenerazione in melanoma.

La mappatura dei nei viene eseguita nel corso di una visita dermatologica:  in un primo momento, il paziente viene esaminato ad occhio nudo e vengono contrassegnati i nei che sembrano irregolari. Successivamente tramite l’utilizzo del dermatoscopio, ovvero una sorta di piccolo microscopio dotato di lente, il dermatologo riesce ad avere una visione diretta della superficie cutanea consentendogli di controllare lo stato di salute dei nei presenti.

La popolazione tipica del nostro territorio è molto più a rischio perché ha una pelle generalmente chiara, più delicata e le linee guida recenti dimostrano che dai 12/13 anni in poi possa esser già utile eseguire un primo controllo dei nei perché consente al medico di identificare lesioni molto piccole anche iniziali.

 

A chi è consigliata la mappatura dei nei?

  • chi presenta una superficie cutanea dove sono presenti molti nei
  • chi ha nella propria famiglia casi di melanomi;
  • chi ha nevi di forma, dimensioni, colore molto vari.
  • le persone che hanno una carnagione chiara
  • chi presenta lentiggini
  • chi ha subito precedenti di scottature solari o ha fatto un abuso di lampade abbronzanti

Ricordiamo, infine, che in presenza di qualsiasi anomalia della pelle quali macchie, nei e rossori, è bene consultare il dermatologo. In generale sarebbe buona prassi effettuare una mappatura dei nei e una visita dermatologica almeno una volta l’anno.

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30/07/2020 ginecologianews

La sindrome dell’ovaio policistico è un disordine eterogeneo caratterizzato da un insieme di segni e sintomi come l’ingrossamento delle ovaie, la presenza di cisti ovariche multiple e da alterazioni endocrinologiche e metaboliche che vanno dall’eccesso di androgeni (cioè degli ormoni maschili) alla disfunzione ovulatoria al sovrappeso/obesità associato ad insulinoresistenza.

L’aspetto morfologico tipicamente policistico delle ovaie è presente solo nelle forme più severe e denota uno stato di non ovulazione cronica che può portare anche a lunghi periodi di amenorrea (cioè di assenza di flusso mestruale).

Ne parliamo assieme al nostro esperto Dott. Marco Ghezzi Medico Chirurgo Specialista in Endocrinologia e Malattie di Ricambio

Perchè l’Endocrinologo?
L’Endocrinologo è il Medico Specialista che si occupa delle patologie delle ghiandole endocrine, cioè di quelle ghiandole (tra cui rientrano anche le ovaie) che secernono i loro prodotti (ormoni) nel circolo sanguigno i quali sono in grado di controllare importantissime funzioni del nostro organismo. La  sindrome dell’ovaio policistico è spesso caratterizzata da uno squilibrio ormonale rendendola, pertanto, una condizione patologica di  competenza endocrinologica.

Dott. Ghezzi , la sindrome da ovaio policistico è’ un’alterazione frequente? E quali possono essere le cause?

Assolutamente sì, la sindrome da ovaio policistico è la più comune alterazione endocrina e metabolica in età riproduttiva che arriva ad interessare circa il 20% delle donne. Le cause rimangono ancora largamente sconosciute anche se evidenze sempre maggiori suggeriscono che la sindrome dell’ovaio policistico possa essere un complesso disordine multigenico con forti influenze ambientali.

Dott. Ghezzi, ci si accorge solo attraverso esami specifici o ci possono essere campanelli d’allarme?

Le alterazioni del ciclo mestruale (che in genere tendono ad allungarsi fino talvolta a scomparire del tutto), talora la comparsa di peluria eccessiva o in sedi non fisiologiche (volto, linea alba e dorso), l’aumento anche significativo del peso nonostante un corretto stile di vita possono essere campanelli d’allarme. Naturalmente è importante eseguire esami diagnostici atti a valutare la presenza o meno di ovulazione, lo stato ormonale e la concomitanza di alterazioni del metabolismo glucidico, in particolare insulinoresistenza.

 

Dott.Ghezzi , generalmente, quali sono le terapie possibili per l’ovaio policistico?

Laddove vi siano severe alterazioni del ciclo mestruale, iperandrogenismo e/o ovaie policistiche all’ecografia può essere preferibile la pillola estro-progestinica mentre in caso di ricerca della gravidanza è indicata l’induzione farmacologica dell’ovulazione. Esistono infine farmaci che possono migliorare/risolvere la resistenza insulinica e con essa il metabolismo.

Dott. Ghezzi lo stile di vita può aiutare?

Certamente. Alcuni accorgimenti alimentari (soprattutto incrementare l’uso di frutta e verdura e ridurre i carboidrati) e stili di vita (prevedere un’attività fisica aerobica moderata ma costante) possono contribuire a migliorare le manifestazioni di questa complessa sindrome.

Ci sono altri esami diagnostici consigliati?

Sicuramente l’ecografia pelvica, eseguita preferibilmente da un Ginecologo , è importante nell’identificare la presenza di follicoli multipli o di vere e proprie cisti e consente di misurare le dimensioni e quindi il volume delle ovaie. L’ecografia riveste un ruolo importante anche nel monitorare l’ovulazione nel caso la donna ricerchi la gravidanza e/o sia sottoposta a cicli di stimolazione ovarica controllata.

Prima di decidere la terapia più opportuna, è bene che, nella donna in cui  si sospetti una sindrome da ovaio policistico, venga eseguito un prelievo venoso per valutare l’assetto androgenico ed estrogenico e degli ormoni ipofisari che controllano direttamente la funzione ovarica. E’ bene effettuare questi esami fra il 2° ed il 4° giorno del ciclo mestruale, periodo in cui i valori non subiscono potenziali alterazioni legate alla normale fisiologia ormonale della donna.  Infine nel caso si sospetti un’alterazione del metabolismo glicemico  occorre indagare se vi è  iperinsulinismo o insulino-resistenza.  L’esame del sangue che più precisamente è in grado di caratterizzare questo aspetto è la curva glicemica ed insulinemica dopo carico orale di glucosio.

 




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Direttore Sanitario Dott.: G.Mungo




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