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In questi giorni di forte timore per la salute di ognuno di noi, a causa dell’epidemia in corso, sono state fatte molte ipotesi tra assunzione di alcuni farmaci ipertensivi e aumento di esposizione a infezione da Coronavirus.

La cura dell’ipertensione arteriosa si effettua tramite l’assunzione di farmaci specifici che inducono una riduzione  dei valori pressori e di conseguenza, anche il rischio di patologie cardiovascolari.  Accanto alla terapia farmacologica è consigliabile adottare anche opportuni provvedimenti dietetici e di igiene quotidiana che consistono in aumento dell’attività fisica, dieta ipocalorica in caso di obesità o sovrappeso e riduzione del consumo di sale.

In questi giorni, su alcuni organi di stampa, sono apparsi articoli che ipotizzavano una maggiore suscettibilità all’infezione tra Covid 19 nei pazienti che assumevano ace-inibitori e sartani, farmaci tra i più comunemente usati nelle terapie dell’ipertensione. In altre parole si è sospettato un legame tra Coronavirus e ipertensione arteriosa.

Facciamo chiarezza sull’argomento con il dott. Giovanni Molfese specialista in Cardiologia  

  • Dott. Molfese, La terapia con ace-inibitori e sartani peggiora la malattia COVID-19?

Non esistono evidenze scientifiche che stabiliscano una correlazione tra l’impiego farmaci anti-ipertensivi ace-inibitori o sartani e la malattia da COVID-19. Pertanto, in base alle conoscenze attuali, l’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di non modificare le terapie in atto e di continuare a curarsi soprattutto se si è ipertesi. È importante non assecondare la paura dell’assunzione dei farmaci che queste notizie incontrollate stanno sviluppando. L’AIFA (agenzia italiana del farmaco) ha specificato che nessuna evidenza scientifica può attestare che questi farmaci favoriscano l’evoluzione del virus a livello polmonare.

  • Può darci qualche suggerimento da adottare per contrastare il rischio che la pressione si alzi troppo in questo periodo?

Stress e paura per l’epidemia possono far salire la pressione, specie nelle persone che già faticano a tenerla sotto controllo.

Per contrastare questo tipo di problemi nella quarantena è consigliabile seguire alcune indicazioni molto importanti: fare movimento in casa, seguire un’alimentazione corretta povera di sale e grassi, (e quindi di formaggi e insaccati, che favoriscono l’aumento di peso e pressione). Poi bisogna bere molto e favorire la diuresi, che può aiutare a tenere bassa la pressione. Nei soggetti sani basta poco per salvaguardare il cuore.Chi è iperteso deve seguire e continuare rigorosamente la terapia ed effettuare i controlli regolari appena l’emergenza sarà finita.

  • Anche pazienti sani possono presentare crisi ipertensive in questo periodo?

Certamente. La paura del contagio da Covid 19, in soggetti predisposti all’ansia, può causare vere e proprie crisi ipertensive e quando la pressione si alza possono diventare indispensabili i farmaci. Anche l’attività fisica svolta in casa, in questi casi, può essere un utile modo per scaricare lo stress.

  • Che appello fa dott Molfese ai lettori che ci seguono?

 Ricordo che i farmaci antiipertensivi sono salvavita:riducono in modo significativo il rischio di malattie cardiovascolari, come lo scompenso, l’infarto o l’arresto cardiaco, ma anche il rischio di ictus cerebrale e insufficienza renale. Il mio consiglio è, quindi, il seguente: mai come in questo momento è importante non esporsi all’aumento del rischio di patologie cardiovascolari, seguire la terapia medica prescritta ed effettuare controlli regolari quali visita cardiologica con ecg e ecocardiogramma.

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Le malattie cardiovascolari sono delle patologie che interessano il cuore e il sistema circolatorio. Con una stima del 48% di decessi causato da problemi di cuore, sono la principale causa di rischio per la salute. L’incidenza maggiore nell’uomo avviene con l’aumentare dell’età e nella donna nel periodo dopo la menopausa. Anche se in misura molto minore, è aumentato il rischio di infarto anche tra i 20 e i 40 anni, soprattutto a causa di stili di vita sbagliati o per ereditarietà.

Come prevenire questi problemi?

Problemi di cuore

Problemi di cuore: sono molteplici i fattori di rischio

Per fattori di rischio si intendono tutte quelle condizioni che se eliminate o ridotte, possono ridurre notevolmente la probabilità di ammalarsi e, grazie alla loro individuazione, è oggi possibile prevenire e recuperare uno stile di vita sano. Tra questi:

  • Avere la pressione arteriosa del sangue elevata danneggia le arterie, costringendo il cuore ad un superlavoro e quindi ad un affaticamento e uno scompenso eccessivo.
  • Il colesterolo è una sostanza normalmente presente nel corpo, ma in quantità eccessive può depositarsi nelle pareti arteriose, ostruendole.
  • Il diabete, ovvero la glicemia nel sangue, se elevata, riduce l’elasticità dei vasi sanguigni e quindi un indurimento degli stessi, compromettendo il flusso sanguigno e l’irrorazione degli organi interni, danneggiandoli.

Prevenire le malattie cardiovascolari si può

Uno stile di vita sano ed equilibrato aiuta a migliorare lo stato di salute e a proteggere dal rischio di insorgenza di patologie cardiache. Ricordiamo l’importanza si una buona alimentazione ricca di fibre, povera di sodio e di grassi saturi, soprattutto nei soggetti in sovrappeso. Limitare l’uso di alcolici e l’abitudine al fumo, sia attivo che passivo, influisce sul nostro cuore: ne evita l’assottigliamento e l’indebolimento dei tessuti che, una volta danneggiati, non riescono più a pompare sangue privando così di ossigeno gli organi del nostro corpo. Anche svolgere una regolare attività fisica rafforza il cuore, migliorandone la resistenza e riducendone la pressione.

Inoltre, è bene non dimenticare che un regolare controllo cardiologico e un check-up periodico è la combinazione ideale per ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari.

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